Siamo carcerati.
Giustamente, ma animali in gabbia.
Ci alziamo
sonnabuli in questa casa galera, disamorati girovaghiamo tra stanze di
vita in sospensione, rosario di perplessità e paura, avvinghiati da
sbarre incorporali di finestre dimenticate, alberi, viali sognamo,
assenza di gente, di vita, in quarantena siamo , e baci a distanza.
Silenzio
monacale di video virali , aborriamo l'apocalisse in diretta streaming e
sospiriamo sorrisi virtuali, poco ma bastano, per essere pulsanti,
appassionati,vivi ancora.
E deglutiamo pane e sangue di una
esistenza in stasi, senza anima, marsch, in quattro mura camminiamo
senza meta: quando, imploriamo, egocentrico sire sospeso, finirà la
nostra pena e saremo alfine positivi al contrario, puri al mondo?
L' asettico arbitro tace, non sa, non dice.
La nostra misericordia è questa, attesa vaga.