Respiro sospesa
l’aria fredda
di Milano
dopo l’ora di punta
vuota di gente,
densa di storie
non vissute
e perse.
Aspetto
all’angolo di
una strada ,
la luce dei
lampioni
socchiudere le ciglia ,
il
cigolio dei tram
schizzare via
lontano ,
da dove
io non lo so,
e aspetto
ancora
la città che
va,
che corre
veloce,
anime
trasparenti,
diaspora e
ritorno
senza fine,
la vita in prestito ,
e arrivare al bersaglio
svuotati .
Io mi sento
spezzata
di gesti , di
parole ,
di memoria
.
Sogno, nel
sogno.
Mi disegno
bimba sicura
e fragile,
con lei
che amo,
con lei
che odio,
con me
che sempre ritorno
a lei,
vinta.
La nebbia sale,
sommerge i ricordi,
illumina l’istante
cancella la rabbia
della vita che
non c’è,
del futuro che non sarà,
di ora, che mi spaventa.
Le luci esplodono
in Galleria vicino
al Duomo,
ai quattro cardini
del Mondo .
Tranquilla
aspetto,
sposto i capelli sottili
dalla cannula della flebo ,
e non riesco a trovare
una via di fuga
,
unica ,sola ,
che
salve
ci porti,
sorridendo,
a casa.