mercoledì 9 ottobre 2013

LA PARTICELLA DI DIO






 Giornata uggiosa, stipata come una sardina sulla pensilina del metrò aspetto il mio turno per andare a lavorare, sfoglio, in bilico, le pagine del giornale, per sapere le ultime notizie, più o meno sono sempre quelle, Lampedusa e tanti morti, per guerra, inondazioni , incidenti, una pena infinita, nel mondo intero e nel pezzettino infimo di questa Italia allo sbando.
In equilibrio tra lo zaino e un paio di libri, leggo che la commissione di Stoccolma ha deciso di assegnare il Nobel per la Fisica a due scienziati, Francois Englert e Peter Higgs, per la scoperta del Bosone, per intenderci,  una infinitesima particella all’inizio dell’universo, da nulla che era, ha preso vita e sostanza, ha germogliato tutto intorno a noi,  l’essenza stessa di tutte le cose. L’hanno chiamata ‘la particella di Dio’, tantissimi frammenti inerti, senza quantità e spessore, un magma caotico che, all’improvviso, fiorisce e dà colore all’esistenza dei mondi e della storia. Guardo dal metrò lillipuziane  gocce di umidità e sudore appiccicate al finestrino, penso alle persone assorte, fisse ai mille puzzle delle loro esistenze, ai sorrisi abbozzati ed a una fatica a vivere densa, che galleggia sul fondo, non riesce a nascere, aprirsi a una vita degna e solidale, qui e in qualsiasi parte del mondo, una simmetria morale e umana che deve essere spezzata, perché qualcosa cambi… scendo alla fermata, alla vita di tutti, non riesco a sorridere, forse anch’io ho bisogno di una piccolissima parte della mia ‘particella di Dio’... 


lunedì 7 ottobre 2013

NEOMETAMORFOSI







Ho schiacciato un insetto. Sono andata in bagno, ho visto che alla finestra c’era un microscopico ragnetto, filiforme e quasi trasparente, stava lì, non faceva niente, sono entrata a fare la pipì, l’ho notato e schiacciato, una cosa normale. Poi mi sono vestita con cura, dovevo andare a lavorare, ho acceso il gas per un caffè veloce, ho aperto la tv e ho sentito l’ennesimo sbarco di immigrati, sfatti e senza volto, per me, distratta per un carico di impegni e difficoltà quotidiane, non per loro, centinaia di anime dolorose, senza dignità, senza niente, per chi resiste spera di vivere, almeno, e una vita migliore. Ho bevuto il caffè, amaro tossico, e mi sono sentita in colpa, per il ragnetto innocente e per gli uomini alla tv, quasi affogati in mezzo al mare, ci vado sempre in vacanza, mi rilasso e non ci penso ai piccoli corpi di bambini, di donne gonfie d’acqua al porto di Lampedusa, alle vedette della Guardia Costiera che frugano chi ancora c’è, nudo ma vivo, nella Isola dei Conigli, ha la villa anche Baglioni, canta bene, devo  ricordarmi  di prendere l’ultimo cd… Lavo la tazzina, esco di strada tra il traffico feroce, anch’io microscopico insetto senz’anima  tra la folla di sempre….

domenica 6 ottobre 2013

DEJA VU





Cammino sul filo
trasparente immagine di me,
pigra
del bene da comporre
non in sintonia,
sfatta
creare  in due
fantasie ormai divergenti,
comporre in giorni finiti
infiniti volti di pupazzi rotti e rifatti
con mano incerta.
Non sono capace
di cantare la nenia della pazienza,
pura senza ipocrisie
da sola,
ogni sera ogni luce,
sempre
finchè il buio non ci separi.
Mi guardi, non capisci,
è dura
tra noi
sviare lo sguardo,
nudi non capirci
e sopravvivere alla deriva.
Dormi  ora
sogniamo insieme,
ma senza sogni.