Giornata uggiosa, stipata come una sardina sulla pensilina del metrò aspetto il mio turno per andare a lavorare, sfoglio, in bilico, le pagine del giornale, per sapere le ultime notizie, più o meno sono sempre quelle, Lampedusa e tanti morti, per guerra, inondazioni , incidenti, una pena infinita, nel mondo intero e nel pezzettino infimo di questa Italia allo sbando.
In
equilibrio tra lo zaino e un paio di libri, leggo che la commissione di
Stoccolma ha deciso di assegnare il Nobel per la Fisica a due scienziati,
Francois Englert e Peter Higgs, per la scoperta del Bosone, per intenderci, una infinitesima particella all’inizio dell’universo,
da nulla che era, ha preso vita e sostanza, ha germogliato tutto intorno a noi,
l’essenza stessa di tutte le cose. L’hanno
chiamata ‘la particella di Dio’, tantissimi frammenti inerti, senza quantità e spessore,
un magma caotico che, all’improvviso, fiorisce e dà colore all’esistenza dei
mondi e della storia. Guardo dal metrò lillipuziane gocce di umidità e sudore appiccicate al
finestrino, penso alle persone assorte, fisse ai mille puzzle delle loro
esistenze, ai sorrisi abbozzati ed a una fatica a vivere densa, che galleggia
sul fondo, non riesce a nascere, aprirsi a una vita degna e solidale, qui e in
qualsiasi parte del mondo, una simmetria morale e umana che deve essere
spezzata, perché qualcosa cambi… scendo alla fermata, alla vita di tutti, non
riesco a sorridere, forse anch’io ho bisogno di una piccolissima parte della
mia ‘particella di Dio’...
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