Ho acceso il pc al pomeriggio e ho cercato su internet
un detto di un artista a tutto tondo di tanto tempo fa, Marcello Marchesi,
‘l’importante è che la morte mi colga vivo’. Non mi ricordavo bene questa
frase, ci ho pensato riflettendo ai fatti di oggi sui giornali, notizie diverse
ma identiche sul significato stesso della cosa in sé, l’uomo , il suo destino e
il fine ultimo del suo agire. La prima notizia parla di un uomo normale, malato
di Sla, impegnato a difendere diritti e sostegni ai disabili gravi da parte di
uno Stato francamente indifendibile , impassibile al bene pubblico e umano, ha strappato un
impegno dal Governo per aumentare i fondi per le cure domiciliari, un impegno
che sembrava , in verità, soltanto una promessa , ma era contento dopo ore di trattative, è morto così, infarto, stress, malattia,
continuava a insistere ‘fate presto, non abbiamo tempo’, fragile soldato del
nostro tempo, assurdo e stupido .C’è poi un altro uomo, attore, comico gentile
e surreale, aveva il cancro, ha continuato a provare l’ultima piece teatrale con la chemio, ha ripetuto tante
volte battute e pause, l’ha zittito la morte, che non sa ridere…Sono notizie
opposte, per luogo e tempo, unisce l’uomo,
che non si arrende, che nonostante le batoste dell’esistenza ama e lotta, non sopravvive, vive, e nulla
è sprecato …
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