La biblioteca apre al pomeriggio, l’ho saputo
guardando il cartello plastificato sopra il decrepito portone d’ingresso di un
palazzo ‘retrò’, vicino al centro di Milano, prezioso e sciupato, una bella
donna di nobile casata che ormai vive di ricordi, un edificio di grande spazi, con
un giardino interno di alberi secolari, ai tempi era il famoso Conservatorio,
grandi aule e lampadari di cristallo di Boemia , brillava di luci e di musica quando alla sera m’incamminavo
dall’Università verso casa . Poi l’hanno spostato altrove, costava troppo mantenerlo, l’ hanno smembrato come fosse un cane vecchio e sfiatato, ora c’è
una succursale di una scuola professionale, due sezioni incomplete, anche qui sta
per chiudere, un asilo infantile ,tre
stanze, due maestre e una marea di bimbi di ogni nazionalità e colore e,
appunto, una minuscola biblioteca , dove io
‘bivacco’ quando ho un po’ di
tempo, e respiro, tra lavoro e mille e più impegni della mia vita disordinata.
Sono solo tre saloni affrescati , antichi ma non ci sono fondi per restaurarli ,con
immense vetrate che danno sul giardino , d’estate si può anche studiare all’aperto,
all’ombra delle zanzare. Subito ‘punto’ libri e dvd e mi siedo sul mio ‘quadro
di comando’ un lungo tavolo con due computer fissi e le spine per i pc
portatili ,si può usare il wi-fi free, con la mia chiavetta mensile che è lì lì
per schiattare mi conviene , sono soldi
pubblici ,anzi miei , nostri, usare cultura e fantasia per leggere, capire,
pensare è patrimonio di tutti, peccato che prevedono un taglio drastico di
persone e mezzi, l’Italia non cambia mai. Metto la mia password , ‘Marilyn551’,
e sono libera di entrare su Internet, trovare informazioni per la mia duplice
passione, scrivere e liberarmi, mettere su
nero su bianco sensazioni o perplessità cristallizzate, che non riuscivo
a mettere a fuoco, emotivamente troppo coinvolta o repressa per trovare il
punto cruciale della questione, scrivo e mi sciolgo, insomma è una sorta di
autoanalisi junghiana , mi sento meglio così, ed è ‘a gratis’ , da brava
genovese d’adozione… Però ,sul foglio bianco di Word, faccio fatica a dare il
‘la’ del racconto, io vorrei narrare favole, sogni colorati e irreali ma mi
scontro con la realtà disperata e
distorta di oggi, fatta di delusioni, di difficoltà umane senza fine, di enigmi
politici e morali che non trovano risposta, una indignazione manifesta che non
so gestire, con le quattro parole che mi provo a raccontare. Così scribacchio
poco e male, incespico sulle frasi balbettanti e chiudo il pc, con
l’impressione di avere buttato via il tempo, e la mia vita, invano.
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