Tanto tempo fa quando ero
piccola e tonta , studiavo per ore seduta nella nostra micro-cucina
un brano di Tacito o di Seneca , ristudiavo di nuovo, andavo a
dormire , mi svegliavo alle cinque per ripassare un 'altra volta, 'a
mente fresca si impara meglio' , diceva mio padre, operaio per tutta
la vita.
Arrivavo a scuola e
restavo come un pirla – dialetto milanese, ma da insegnante rotta
a tutte le esperienze, ok, si può dire – 'scuola occupata' ,
'autogestione' e 'lezioni alternative' , dai macrobiotici fatti con
il frullatore all'ikebana artistico con la carta igienica,
l'importante era che non si poteva interrogare e si andava per le
classi pomiciando un poco, mentre un imberbe studentello
s'infervorava parlando della ' Rivoluzione' che verrà, tutti
uguali, tutti puri , alla gogna avidi capitalisti, sporchi e
cattivi.
Forse avete capito che io
non amavo questa anarchia velleitaria e soprattutto perdente in
partenza, volevo una regola, delle leggi chiare e tenessero in conto
tutti, chi ha di più dia di più a chi ha di meno, che le
istituzioni gestissero la Cosa Pubblica con equità ed equilibrio, e
sollevassero le tante fragilità sensibili con aiuti, con fondi
concreti, verificabili, 'Lo Stato siamo noi', pensavo, e ci credevo.
E in fondo ci credevano
anche gli studenti di tanti anni fa, solo che mentre recitavo la
filastrocca 'su qui e qua l'accento non va' a chi spasimava di
diventare velina in tvvù, spalmare uno straricco e vivere di
rendita, ed io prendevo frutta e verdura al mercato, costa di meno e
lo stipendio era da ridere per non piangere, gli alunni invecchiati
con la 'pelata' e un po' di pancetta in più si erano arrampicati
come free climber esperti nei piani altolocati della nostra 'Milano da
bere', dalla Sanità al Lavoro o alla Casa, allegramente avvinti come
l'edera alla loro 'cadrega' , nonostante reimpasti e sdegnose
dimissioni, sparite tempo zero.
'Verrà un giorno' ,
pensavo, ma vedo Manzoni redivivo ridere amaro, non è cambiato
niente, le pubbliche amministrazioni fatte apposta per semplificare,
o alleviare un problema sono rimaste ai tempi della pietra però con
costi altissimi,con burocrazia imbecille, letteralmente 'senza
bastone' ,( prof. una volta, prof. per sempre!) cioè sciocca , gli
uffici non 'parlano' l'un con l'altro, e con le altre sedi ( poi
queste sedi chiudono, nella mia via ci sono tre Provveditorati
Pubblica Istruzione aperti e chiusi dopo pochi anni, e la luce
accesa giorno e notte, e chi pagherà?)
Compiuter nuovissimi , a
nostre spese, e già scassati, ahimè, per lunga e dolorosa pratica
vado avanti e indietro per mia madre, ma non importa, per il rinnovo
per i 'pannoloni' della mamma l'impiegata incolore mi ha dato il
numero di telefono di questo ufficio, (martedì e giovedì dalle alle
e stop) . Peccato che il numero in questione era perennemente
occupato , spulciando sul mio pc ho trovato un altro numero e ho
fatto il contropelo ad un'altra impiegata, lei si è scusata
dicendomi che era terribilmente occupata, forse per prendere un caffè
, lunghissimo.
No, grazie , il caffè mi
dà soltanto rabbia, e una sensazione d' inutilità frustrante e
irreversibile.
'Ma cos'è la destra,
cos'è la sinistra...', carissimo Gaber, per noi un muro
impenetrabile , e la solita vita.
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