Tu
che mi guardi,
tu
che mi sfiori,
tu
che mi prendi
e te ne vai,
tu come tanti .
Io
metto in tasca
cose in più
vita in meno ,
obbediente lego il
fermaglio
tra capelli innocenti,
dura bambina fragile,
sola
in mille solitudini,
vincoli di sangue e d’interesse
non d’amore.
Mi siedo nel
mio banco,
attenta,
estranea,
docile studio
divergenti lezioni
dell’esistenza,
amara
donna di domani.
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