mercoledì 22 luglio 2015

Destra e Sinistra









Tanto tempo fa quando ero piccola e tonta , studiavo per ore seduta nella nostra micro-cucina un brano di Tacito o di Seneca , ristudiavo di nuovo, andavo a dormire , mi svegliavo alle cinque per ripassare un 'altra volta, 'a mente fresca si impara meglio' , diceva mio padre, operaio per tutta la vita.
Arrivavo a scuola e restavo come un pirla – dialetto milanese, ma da insegnante rotta a tutte le esperienze, ok, si può dire – 'scuola occupata' , 'autogestione' e 'lezioni alternative' , dai macrobiotici fatti con il frullatore all'ikebana artistico con la carta igienica, l'importante era che non si poteva interrogare e si andava per le classi pomiciando un poco, mentre un imberbe studentello s'infervorava parlando della ' Rivoluzione' che verrà, tutti uguali, tutti puri , alla gogna avidi capitalisti, sporchi e cattivi.
Forse avete capito che io non amavo questa anarchia velleitaria e soprattutto perdente in partenza, volevo una regola, delle leggi chiare e tenessero in conto tutti, chi ha di più dia di più a chi ha di meno, che le istituzioni gestissero la Cosa Pubblica con equità ed equilibrio, e sollevassero le tante fragilità sensibili con aiuti, con fondi concreti, verificabili, 'Lo Stato siamo noi', pensavo, e ci credevo.
E in fondo ci credevano anche gli studenti di tanti anni fa, solo che mentre recitavo la filastrocca 'su qui e qua l'accento non va' a chi spasimava di diventare velina in tvvù, spalmare uno straricco e vivere di rendita, ed io prendevo frutta e verdura al mercato, costa di meno e lo stipendio era da ridere per non piangere, gli alunni invecchiati con la 'pelata' e un po' di pancetta in più si erano arrampicati come free climber esperti nei piani altolocati della nostra 'Milano da bere', dalla Sanità al Lavoro o alla Casa, allegramente avvinti come l'edera alla loro 'cadrega' , nonostante reimpasti e sdegnose dimissioni, sparite tempo zero.
'Verrà un giorno' , pensavo, ma vedo Manzoni redivivo ridere amaro, non è cambiato niente, le pubbliche amministrazioni fatte apposta per semplificare, o alleviare un problema sono rimaste ai tempi della pietra però con costi altissimi,con burocrazia imbecille, letteralmente 'senza bastone' ,( prof. una volta, prof. per sempre!) cioè sciocca , gli uffici non 'parlano' l'un con l'altro, e con le altre sedi ( poi queste sedi chiudono, nella mia via ci sono tre Provveditorati Pubblica Istruzione aperti e chiusi dopo pochi anni, e la luce accesa giorno e notte, e chi pagherà?)
Compiuter nuovissimi , a nostre spese, e già scassati, ahimè, per lunga e dolorosa pratica vado avanti e indietro per mia madre, ma non importa, per il rinnovo per i 'pannoloni' della mamma l'impiegata incolore mi ha dato il numero di telefono di questo ufficio, (martedì e giovedì dalle alle e stop) . Peccato che il numero in questione era perennemente occupato , spulciando sul mio pc ho trovato un altro numero e ho fatto il contropelo ad un'altra impiegata, lei si è scusata dicendomi che era terribilmente occupata, forse per prendere un caffè , lunghissimo.
No, grazie , il caffè mi dà soltanto rabbia, e una sensazione d' inutilità frustrante e irreversibile.
'Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...', carissimo Gaber, per noi un muro impenetrabile , e la solita vita.