giovedì 23 gennaio 2014

Marilyn551








La biblioteca apre al pomeriggio, l’ho saputo guardando il cartello plastificato sopra il decrepito portone d’ingresso di un palazzo ‘retrò’, vicino al centro di Milano, prezioso e sciupato, una bella donna di nobile casata che ormai vive di ricordi, un edificio di grande spazi, con un giardino interno di alberi secolari, ai tempi era il famoso Conservatorio, grandi aule e lampadari di cristallo di Boemia , brillava di luci  e di musica quando alla sera m’incamminavo dall’Università verso casa . Poi l’hanno spostato altrove, costava troppo  mantenerlo, l’ hanno smembrato  come fosse un cane vecchio e sfiatato, ora c’è una succursale di una scuola professionale, due sezioni incomplete, anche qui sta per chiudere,  un asilo infantile ,tre stanze, due maestre e una marea di bimbi di ogni nazionalità e colore e, appunto, una minuscola biblioteca , dove io  ‘bivacco’  quando ho un po’ di tempo, e respiro, tra lavoro e mille e più impegni della mia vita disordinata. Sono solo tre saloni affrescati , antichi ma non ci sono fondi per restaurarli ,con immense vetrate che danno sul giardino , d’estate si può anche studiare all’aperto, all’ombra delle zanzare. Subito ‘punto’ libri e dvd e mi siedo sul mio ‘quadro di comando’ un lungo tavolo con due computer fissi e le spine per i pc portatili ,si può usare il wi-fi free, con la mia chiavetta mensile che è lì lì per schiattare mi conviene , sono  soldi pubblici ,anzi miei , nostri, usare cultura e fantasia per leggere, capire, pensare è patrimonio di tutti, peccato che prevedono un taglio drastico di persone e mezzi, l’Italia non cambia mai. Metto la mia password , ‘Marilyn551’, e sono libera di entrare su Internet, trovare informazioni per la mia duplice passione, scrivere e liberarmi, mettere su  nero su bianco sensazioni o perplessità cristallizzate, che non riuscivo a mettere a fuoco, emotivamente troppo coinvolta o repressa per trovare il punto cruciale della questione, scrivo e mi sciolgo, insomma è una sorta di autoanalisi junghiana , mi sento meglio così, ed è ‘a gratis’ , da brava genovese d’adozione… Però ,sul foglio bianco di Word, faccio fatica a dare il ‘la’ del racconto, io vorrei narrare favole, sogni colorati e irreali ma mi scontro con la realtà  disperata e distorta di oggi, fatta di delusioni, di difficoltà umane senza fine, di enigmi politici e morali che non trovano risposta, una indignazione manifesta che non so gestire, con le quattro parole che mi provo a raccontare. Così scribacchio poco e male, incespico sulle frasi balbettanti e chiudo il pc, con l’impressione di avere buttato via il tempo, e la mia vita, invano.

martedì 21 gennaio 2014

SISSI NO NO










Sissi era una bella bimba, occhioni azzurri e viso di perla, un frugolotto biondo mignon, da mangiare di baci da tutto il parentame, zie comprese, non parlava ancora, ma capire sì, con facce buffe e strane, un rompicapo complicato da parte di genitori imbranati , indaffarati tra mille impegni e difficoltà quotidiane .’Oh, tesoro, ha fame !’ quando lei voleva giocare, ‘che occhi da nanna ’,  la mettevano nella sua copertina, Sissi restava lì a fissare il lampadario con le ochette  e i Puffi colorati, voleva rotolare fuori ad annusare il mondo, ‘sniffare’ cose per lei’ ‘straniere’ e interessanti,  cassetti ,scatoline colorate e bizzarre, ma era legata dalle pesanti sbarre rosa confetto del lettino confinata , o quasi, a vita. Nelle giornate di sole,  usciva con la sua mamma che le metteva sù un cappottino  a pois e un cappellino giallo canarino che odiava da matti, però non poteva dire ‘no’, era un cosino così, farfugliava a gran voce il suo dissenso e la mammetta contenta ‘ ti piace ,eh, sei proprio un ‘bisciù’, cuore mio!’ oh, che rabbia ! Così crebbe un poco disturbata, tutte le volte che poteva dire ‘no’ , diceva ‘si’ – un caso ‘psico ‘,veramente! – a scuola ,  ‘Una studentessa modello, studia , non rompe…’, al primo impiego  ‘Lega con i colleghi, non dice niente delle  piccole beghe di lavoro, sa, siamo una grande famiglia !’ Sì, diceva sempre sì, Sissi impalmò anche un bell’ometto piccolo, tondo e pallido, piaceva tanto a tutti tranne che a lei,  annuiva sorridendo alle tontolate che diceva e diventava grigina e quasi filiforme, fossilizzati i pensieri , cristallizzato  l’agire, la volontà atrofizzata moriva senza sogni. Una sera, una sera ‘sì’ come tante,  ‘facciamo la pasta, vero? C’è un film da ridere, lo vediamo, dai’, Sissi guardò per la prima volta la faccia del pacioso marito, vide l’abisso di  quieta disperazione che si agitava in lei  e alla sua domanda scontata ‘Ma tu, cara, dimmi, sei felice?’ sentì pian piano salire l’onda di marea fragorosa, strabordante e senza limiti di una piccola, grande parola, disse  ‘No!!!’ E travolse tutto, casa, famiglia, doveri, obblighi, cortesie e menzogne, sbaragliò false ipocrisie e ovvietà scontate , si ritrovò alla deriva ma viva , come faceva da bambina cominciò a dar nomi alle cose,  a dire ‘si’ o ‘no’  nel bene e nel male , ad essere ‘sua’, semplicemente se stessa .